
By Fonju Ndemesah
Introduzione
Il problema anglofono che secondo il governo del Presidente Paul Biya è inesistente può essere analizzato attraverso i cambiamenti avvenuti nella vita politica, economica e sociale del Paese dalla presidenza di Ahidjo (1960 - Novembre 1982) fino ad oggi. Secondo alcuni leader anglofoni, la politica dei due primi presidenti del Camerun fin dall’indipendenza, più che promuovere le diversità delle due parti che formano l’unione fu piuttosto basata su un lento processo di azzeramento storico dell’identità anglofona.Per capire meglio “la questione anglofona” bisogna fare un passo indietro analizzando il processo che ha portato all’unione del Camerun Occidentale, sotto l’amministrazione Britannica in epoca coloniale, con la parte francofona sotto il mandato francese.
Il Paese, chiamato oggi “la Republique du Cameroun”, nasce dall’unione del Southern Cameroon con il Camerun francofono, attraverso il plebiscito organizzato dalle Nazioni Unite nel 1961. Con l’unione avvenuta, il nuovo paese adottò una costituzione federale ed assunse il nome di “Repubblica Federale del Camerun”. Nel 1966, il Primo Ministro eletto del Southern Camerun Augustine Ngom Jua fu licenziato dal Presidente Ahidjo. Il nome “Republique Federale du Cameroun” fu cambiato in “République Unie du Cameroun”. Per molti opinionisti del Camerun anglofono questo atto era incostituzionale visto che il parere del popolo non fu chiesto. Nel 1970, malgrado tutto lo scontento di molti anglofoni, il Presidente andò avanti congedando il suo Vice Presidente John Ngu Foncha. Nel 1972, il presidente Ahmadou Ahidjo abolì il federalismo e il potere decisionale venne spostato nella zona francofona togliendolo completamente alla parte anglofona. Nel 1982 al Presidente Ahmadou Ahidjo successe Paul Biya: quest’ultimo il 4 febbraio1984 firmò il Decreto Presidenziale N° 84-001 che cancellava l’aggettivo “unito” dal nome del paese. In questo modo venne assunta la nuova denominazione, “République du Cameroun”. Secondo molti politici della parte anglofona, iniziò così l’espansione del dominio della parte francese con un processo di “francofonizzazione coatta” della vita politica, economica, sociale del Paese. La politica dei due Presidenti del Camerun non ha aiutato a cementare l’unione fra il Southern Cameroon e il Camerun Francofono. Molti abitanti della parte anglofona si sentono emarginati e, secondo alcuni, considerati cittadini di serie B dalla politica di assimilazione portata avanti dai vari governi fino ad oggi. Molti leader del Southern Cameroon esasperati dall’inazione dei vari governi sulla “questione anglofona” chiedono l’indipendenza delle due province anglofone del Camerun, cioè la regione del Sud Ovest e quella del Nord Ovest. Essi basano la loro richiesta d’indipendenza su alcuni elementi storici, economici e sociali che non favoriscono l’integrazione della parte anglofona nell’unione. In particolare citano, per esempio, la politica di centralizzazione del presidente Ahidjo che ha tolto l’autonomia nella gestione alle autorità anglofone, spostando cosi la zona di decisione nella zona francofona. Secondo loro, il Camerun Occidentale sarebbe tenuto fuori dall’elaborazione e dall’adozione di grandi decisioni.
Molti non riconoscono il plebiscito perché al Southern Cameroon non fu chiesto se volesse diventare indipendente, ma solo se volesse unirsi con il Camerun francofono. Per loro le domande del plebiscito erano incomplete e ciò renderebbe i risultati inaccettabili. Questo spinse Chief Nyenti di Batchou Ntai a chiedere l’indipendenza del Southern Cameroon, ma gli fu risposto dalle Nazioni Uniti che la sua richiesta era stata fatta in ritardo.
L’abolizione del federalismo nel 1972 da parte del Presidente Ahmadou Ahidjo fu, secondo molti, incostituzionale perché andava contro gli Accordi di Foumban, quindi inaccettabile dal popolo del Southern Cameroon, il cui parere non fu neanche chiesto.
Questo sentimento d’emarginazione da parte di alcuni anglofoni si è esasperato negli anni ‘80 con la crisi economica che ha portato la scarsità delle risorse e l’instaurazione del multipartitismo basato sulla divisione etnica e regionale, nella quale la parte anglofona si sente ancora più discriminata. In più, il non riconoscimento della “questione anglofona” da parte del governo ha portato alla crescita di sentimenti nazionalisti, che hanno spinto alcuni leader del Camerun anglofono a cambiare la loro richiesta, riguardante prima il ritorno al federalismo e poi trasformatasi in sostegno all’indipendenza totale del Southern Cameroon. Questo sentimento nazionalista ha visto la creazione di movimenti e associazioni per portare avanti questa lotta, tra i quali si possono citare il Cameroon Anglophone Mouvement oggi chiamato Southern Cameroon Restoration Mouvement (SCARM), il Free West Cameroon Mouvement e The Abazonia Republique. Sebbene molte di queste associazioni basino la loro lotta sul dialogo politico, negli anni recenti, hanno iniziato a prendere terreno alcuni gruppi estremisti che pensano che solo l’uso di mezzi militari riuscirà a strappare l’autonomia del Southern Cameroon.
“ Autoctone ”, “ allogeni ”, “figlio del villaggio” le parole del nuovo cammino politico
Si sa che l’appartenenza etnica in sé non creerebbe mai nessun problema ma è la strumentalizzazione per fini politici che porta odio e divisione. “La questione anglofona” e gli altri problemi di divisione etnica e regionale che si possono incontrare in Camerun possono essere ricercati nel governo dittatoriale di Ahidjo e nella “democrazia etnica” instaurata dal suo successore Paul Biya. La scontentezza che ha spinto la parte anglofona verso la richiesta di uno stato indipendente, può essere analizzata prima attraverso la politica di “equilibrio regionale” portata avanti dal Presidente Ahidjo, cioè una politica basata sull’equa divisione delle risorse in tutte le regioni. Tale politica, che a prima vista sembrerebbe buona, in realtà ha creato nella mente di molti il pensiero che l’accesso a posti di responsabilità nel governo non è fatto sulla base delle competenze, ma su basi etniche. Con l’arrivo del Presidente Paul Biya la politica di “equilibrio regionale” prese un’altra piega. Con il multipartitismo, molti politici camerunensi iniziarono a posizionarsi come difensori di regioni o villaggi più o meno emarginati. Nascono cosi concetti carichi di divisione e odio come “autoctone”, “allogeni” e contrapposizioni come “nordists” e “sudists”, anglofoni e francofoni, per separare i campi. Viene a galla in questo periodo il concetto di “ figlio del villaggio”, secondo il quale le nomine ai posti di responsabilità erano motivate solo dall’intenzione del governo di guadagnare quello che veniva chiamato il “villaggio elettorale”. Questi nuovi termini di odio non tengono conto dell’immigrazione interna e dei matrimoni che hanno cambiato il volto e la struttura etnica del paese, sìcché dire chi è bamileke, sawa, bangwa, bafut, bassa diventa quasi impossibile in città come Douala e Yaounde.
Per recreare queste diversità ormai inesistenti, alcuni “imprenditori politici” hanno iniziato a formare associazioni per difendere i terreni acquisiti e per crescere politicamente. Furono creati associazioni come La’akam per difendere gli interessi degli Bamilekè, Essinga per i Béti, e la rinascita di feste come il “Ngondo” per marcare la specificità dei Sawa. Anche la parola “anglofono” rimane non molto chiara nel contesto camerunense, visto che in questo Paese uno che non parla inglese e non ha neanche un minimo di cultura anglosassone viene lo stesso considerato anglofono, solo perché i suoi sono di origine anglofona, mentre uno che parla inglese viene chiamato francofono solo per l’origine dei genitori; la spiegazione della parola anglofono è quindi molto complessa nel contesto camerunense. La “questione anglofona”, sebbene non la si può paragonare agli altri problemi sociali, può comunque essere analizzata come un problema dovuto alla cattiva gestione delle risorse, alla corruzione e al tribalismo che ha accentuato il sentimento d’emarginazione politica e economica che stava, secondo alcuni leader, vivendo il Camerun anglofono.
Possibili soluzioni
E’ impossibile risolvere un problema senza riconoscerlo. Il primo passo da fare sarebbe dunque il riconoscimento dell’esistenza di un problema anglofono da parte del governo. In questo modo il governo potrebbe iniziare un dialogo con le varie forze politiche della nazione e anche con le associazioni secessioniste, per trovare una via per risolvere il problema. L’inizio di un dialogo sarebbe considerato da alcuni leaders del Southern Cameroon come un grande segno di rispetto nei loro confronti, invece la politica attuale del governo potrebbe essere vista come mancanza di rispetto che non farà altro che peggiorare la situazione.
Un altro passo verso la risoluzione del problema sarebbe il ritorno ad una costituzione federale che darebbe più autonomia nelle decisioni politiche ed economiche alla parte anglofona. Non sarebbe necessario tornare a due Stati come nel 1961, anche un federalismo con più Stati, come proposto dal maggiore partito dell’opposizione del Paese, il Social Democratic Front (SDF), sarebbe auspicabile.
Dare maggiore visibilità alle due culture e lingue sarebbe molto importante nella creazione del clima di unione equa, che molti politici e leaders anglofoni dicono essere trascurata a vantaggio di un’egemonia francofona.
Conclusione
La “questione anglofona”, più che un odio ancestrale fra il Camerun anglofono e il Camerun francofono, è un problema creato dalla crisi economica e dal multipartitismo che ha esasperato la condizione di alcune minoranze che si sentivano emarginate. Dire però che non esiste una questione anglofona come sta facendo l’attuale governo non aiuta a risolvere il problema. Dall’altra parte, pensare alla divisione del Paese come stanno chiedendo alcuni gruppi secessionisti porterebbe alla creazione di piccoli paesi che non potranno affrontare la sfida mondiale per le risorse economiche che ogni anno diventa molto aggressiva. Chiedere la secessione sarebbe anche andare contro la volontà dell’Unione Africana di creare un continente forte e unito per affrontare le sfide del futuro. Comunque, la “questione anglofona” deve essere una delle priorità del governo se esso non vuole vedere lentamente erodere il sentimento di “Camerounité” che malgrado le domande secessioniste rimane dominante tra la grande maggioranza dei Camerunensi, sia tra gli anglofoni che i francofoni.
Introduzione
Il problema anglofono che secondo il governo del Presidente Paul Biya è inesistente può essere analizzato attraverso i cambiamenti avvenuti nella vita politica, economica e sociale del Paese dalla presidenza di Ahidjo (1960 - Novembre 1982) fino ad oggi. Secondo alcuni leader anglofoni, la politica dei due primi presidenti del Camerun fin dall’indipendenza, più che promuovere le diversità delle due parti che formano l’unione fu piuttosto basata su un lento processo di azzeramento storico dell’identità anglofona.Per capire meglio “la questione anglofona” bisogna fare un passo indietro analizzando il processo che ha portato all’unione del Camerun Occidentale, sotto l’amministrazione Britannica in epoca coloniale, con la parte francofona sotto il mandato francese.
Il Paese, chiamato oggi “la Republique du Cameroun”, nasce dall’unione del Southern Cameroon con il Camerun francofono, attraverso il plebiscito organizzato dalle Nazioni Unite nel 1961. Con l’unione avvenuta, il nuovo paese adottò una costituzione federale ed assunse il nome di “Repubblica Federale del Camerun”. Nel 1966, il Primo Ministro eletto del Southern Camerun Augustine Ngom Jua fu licenziato dal Presidente Ahidjo. Il nome “Republique Federale du Cameroun” fu cambiato in “République Unie du Cameroun”. Per molti opinionisti del Camerun anglofono questo atto era incostituzionale visto che il parere del popolo non fu chiesto. Nel 1970, malgrado tutto lo scontento di molti anglofoni, il Presidente andò avanti congedando il suo Vice Presidente John Ngu Foncha. Nel 1972, il presidente Ahmadou Ahidjo abolì il federalismo e il potere decisionale venne spostato nella zona francofona togliendolo completamente alla parte anglofona. Nel 1982 al Presidente Ahmadou Ahidjo successe Paul Biya: quest’ultimo il 4 febbraio1984 firmò il Decreto Presidenziale N° 84-001 che cancellava l’aggettivo “unito” dal nome del paese. In questo modo venne assunta la nuova denominazione, “République du Cameroun”. Secondo molti politici della parte anglofona, iniziò così l’espansione del dominio della parte francese con un processo di “francofonizzazione coatta” della vita politica, economica, sociale del Paese. La politica dei due Presidenti del Camerun non ha aiutato a cementare l’unione fra il Southern Cameroon e il Camerun Francofono. Molti abitanti della parte anglofona si sentono emarginati e, secondo alcuni, considerati cittadini di serie B dalla politica di assimilazione portata avanti dai vari governi fino ad oggi. Molti leader del Southern Cameroon esasperati dall’inazione dei vari governi sulla “questione anglofona” chiedono l’indipendenza delle due province anglofone del Camerun, cioè la regione del Sud Ovest e quella del Nord Ovest. Essi basano la loro richiesta d’indipendenza su alcuni elementi storici, economici e sociali che non favoriscono l’integrazione della parte anglofona nell’unione. In particolare citano, per esempio, la politica di centralizzazione del presidente Ahidjo che ha tolto l’autonomia nella gestione alle autorità anglofone, spostando cosi la zona di decisione nella zona francofona. Secondo loro, il Camerun Occidentale sarebbe tenuto fuori dall’elaborazione e dall’adozione di grandi decisioni.
Molti non riconoscono il plebiscito perché al Southern Cameroon non fu chiesto se volesse diventare indipendente, ma solo se volesse unirsi con il Camerun francofono. Per loro le domande del plebiscito erano incomplete e ciò renderebbe i risultati inaccettabili. Questo spinse Chief Nyenti di Batchou Ntai a chiedere l’indipendenza del Southern Cameroon, ma gli fu risposto dalle Nazioni Uniti che la sua richiesta era stata fatta in ritardo.
L’abolizione del federalismo nel 1972 da parte del Presidente Ahmadou Ahidjo fu, secondo molti, incostituzionale perché andava contro gli Accordi di Foumban, quindi inaccettabile dal popolo del Southern Cameroon, il cui parere non fu neanche chiesto.
Questo sentimento d’emarginazione da parte di alcuni anglofoni si è esasperato negli anni ‘80 con la crisi economica che ha portato la scarsità delle risorse e l’instaurazione del multipartitismo basato sulla divisione etnica e regionale, nella quale la parte anglofona si sente ancora più discriminata. In più, il non riconoscimento della “questione anglofona” da parte del governo ha portato alla crescita di sentimenti nazionalisti, che hanno spinto alcuni leader del Camerun anglofono a cambiare la loro richiesta, riguardante prima il ritorno al federalismo e poi trasformatasi in sostegno all’indipendenza totale del Southern Cameroon. Questo sentimento nazionalista ha visto la creazione di movimenti e associazioni per portare avanti questa lotta, tra i quali si possono citare il Cameroon Anglophone Mouvement oggi chiamato Southern Cameroon Restoration Mouvement (SCARM), il Free West Cameroon Mouvement e The Abazonia Republique. Sebbene molte di queste associazioni basino la loro lotta sul dialogo politico, negli anni recenti, hanno iniziato a prendere terreno alcuni gruppi estremisti che pensano che solo l’uso di mezzi militari riuscirà a strappare l’autonomia del Southern Cameroon.
“ Autoctone ”, “ allogeni ”, “figlio del villaggio” le parole del nuovo cammino politico
Si sa che l’appartenenza etnica in sé non creerebbe mai nessun problema ma è la strumentalizzazione per fini politici che porta odio e divisione. “La questione anglofona” e gli altri problemi di divisione etnica e regionale che si possono incontrare in Camerun possono essere ricercati nel governo dittatoriale di Ahidjo e nella “democrazia etnica” instaurata dal suo successore Paul Biya. La scontentezza che ha spinto la parte anglofona verso la richiesta di uno stato indipendente, può essere analizzata prima attraverso la politica di “equilibrio regionale” portata avanti dal Presidente Ahidjo, cioè una politica basata sull’equa divisione delle risorse in tutte le regioni. Tale politica, che a prima vista sembrerebbe buona, in realtà ha creato nella mente di molti il pensiero che l’accesso a posti di responsabilità nel governo non è fatto sulla base delle competenze, ma su basi etniche. Con l’arrivo del Presidente Paul Biya la politica di “equilibrio regionale” prese un’altra piega. Con il multipartitismo, molti politici camerunensi iniziarono a posizionarsi come difensori di regioni o villaggi più o meno emarginati. Nascono cosi concetti carichi di divisione e odio come “autoctone”, “allogeni” e contrapposizioni come “nordists” e “sudists”, anglofoni e francofoni, per separare i campi. Viene a galla in questo periodo il concetto di “ figlio del villaggio”, secondo il quale le nomine ai posti di responsabilità erano motivate solo dall’intenzione del governo di guadagnare quello che veniva chiamato il “villaggio elettorale”. Questi nuovi termini di odio non tengono conto dell’immigrazione interna e dei matrimoni che hanno cambiato il volto e la struttura etnica del paese, sìcché dire chi è bamileke, sawa, bangwa, bafut, bassa diventa quasi impossibile in città come Douala e Yaounde.
Per recreare queste diversità ormai inesistenti, alcuni “imprenditori politici” hanno iniziato a formare associazioni per difendere i terreni acquisiti e per crescere politicamente. Furono creati associazioni come La’akam per difendere gli interessi degli Bamilekè, Essinga per i Béti, e la rinascita di feste come il “Ngondo” per marcare la specificità dei Sawa. Anche la parola “anglofono” rimane non molto chiara nel contesto camerunense, visto che in questo Paese uno che non parla inglese e non ha neanche un minimo di cultura anglosassone viene lo stesso considerato anglofono, solo perché i suoi sono di origine anglofona, mentre uno che parla inglese viene chiamato francofono solo per l’origine dei genitori; la spiegazione della parola anglofono è quindi molto complessa nel contesto camerunense. La “questione anglofona”, sebbene non la si può paragonare agli altri problemi sociali, può comunque essere analizzata come un problema dovuto alla cattiva gestione delle risorse, alla corruzione e al tribalismo che ha accentuato il sentimento d’emarginazione politica e economica che stava, secondo alcuni leader, vivendo il Camerun anglofono.
Possibili soluzioni
E’ impossibile risolvere un problema senza riconoscerlo. Il primo passo da fare sarebbe dunque il riconoscimento dell’esistenza di un problema anglofono da parte del governo. In questo modo il governo potrebbe iniziare un dialogo con le varie forze politiche della nazione e anche con le associazioni secessioniste, per trovare una via per risolvere il problema. L’inizio di un dialogo sarebbe considerato da alcuni leaders del Southern Cameroon come un grande segno di rispetto nei loro confronti, invece la politica attuale del governo potrebbe essere vista come mancanza di rispetto che non farà altro che peggiorare la situazione.
Un altro passo verso la risoluzione del problema sarebbe il ritorno ad una costituzione federale che darebbe più autonomia nelle decisioni politiche ed economiche alla parte anglofona. Non sarebbe necessario tornare a due Stati come nel 1961, anche un federalismo con più Stati, come proposto dal maggiore partito dell’opposizione del Paese, il Social Democratic Front (SDF), sarebbe auspicabile.
Dare maggiore visibilità alle due culture e lingue sarebbe molto importante nella creazione del clima di unione equa, che molti politici e leaders anglofoni dicono essere trascurata a vantaggio di un’egemonia francofona.
Conclusione
La “questione anglofona”, più che un odio ancestrale fra il Camerun anglofono e il Camerun francofono, è un problema creato dalla crisi economica e dal multipartitismo che ha esasperato la condizione di alcune minoranze che si sentivano emarginate. Dire però che non esiste una questione anglofona come sta facendo l’attuale governo non aiuta a risolvere il problema. Dall’altra parte, pensare alla divisione del Paese come stanno chiedendo alcuni gruppi secessionisti porterebbe alla creazione di piccoli paesi che non potranno affrontare la sfida mondiale per le risorse economiche che ogni anno diventa molto aggressiva. Chiedere la secessione sarebbe anche andare contro la volontà dell’Unione Africana di creare un continente forte e unito per affrontare le sfide del futuro. Comunque, la “questione anglofona” deve essere una delle priorità del governo se esso non vuole vedere lentamente erodere il sentimento di “Camerounité” che malgrado le domande secessioniste rimane dominante tra la grande maggioranza dei Camerunensi, sia tra gli anglofoni che i francofoni.